Sindacati-TeAm, si alzano i toni: ecco i motivi della vertenza. Si discute anche sul peso dei mastelli

TERAMO – Dal peso del mastello ai mezzi disastrati, dai circuiti di raccolta agli organigrammi: alla Teramo Ambiente torna l’epoca dei rapporti tesi tra governance e sindacati, e torna ad essere pronunciata la parola esuberi, alla vigilia di una probabile modifica del sistema del ‘porta a porta’. Il recente tavolo organizzato in Provincia ha visto l’assenza dei vertici dell’azienda e ha sollevato polemiche in gran parte non giustificate, se è vero che tre giorni prima della convocazione, il presidente Pietro Bozzelli e l’amministratore delegato Pietro Pelagatti avevano comunicato la propria indisponibilità nella data indicata. Ma quali sono i punti di divergenza, sui quali è stato coinvolto anche il sindaco Gianguido D’Alberto? Una prima risposta indiretta arriva proprio al primo cittadino, che aveva affermato di non volere più assistere a cambi di mansioni interne alla municipalizzata o a modifiche di organigrammi non condivise: sono aspetti di competenza della governance della Teramo Ambiente, fanno sapere da via Delfico, e sui cui si pronuncia il Consiglio di amministrazione su proposta di chi è delegato da socio privato e dal socio pubblico a gestire le questioni relative al personale.
Così come l’aspetto della rivoluzione del giro di raccolta del vetro, passato alla cadenza quindicinale e con soli due giorni dedicati al mese: la modifica è stata richiesta dal Comune di Teramo, sulla scorta di un tentativo di razionalizzare (e diminuire i costi), aprendo però una discussione interna anche con i sindacati, le cui responsabilità e aspetti vanno discussi non tanto con la governance quando con l’esecutivo comunale. Ma quello della raccolta del vetro è forse l’aspetto più paradossale della discussione in ambito aziendale con le maestranze. All’occhio del cittadino, che più volte ha manifestato il disappunto sulla qualità del servizio, forse non appare molto chiaro cosa si cela dietro all’introduzione delle novità della raccolta e soprattuttoquanto poco spazio di manovra esista per chi governa, quando bisogna fare i conti con i più piccoli dettagli. Come il peso del mastello e dei rifiuti che ogni operatore deve prendere e sollevare da terra, per conferirlo nel mezzo. I sindacati, per contratto, tengono al rispetto dei 16 chili massimo e sulla questione, tengono alta l’attenzione, nonostante risulti che per ben tre giri di raccolta, dall’inizio della nuova periodicità quindicinale, sono state monitorate le cosiddette ‘prese’, a campione e con celle di carico, alla presenza delle stesse rappresentanze sindacali, degli operatori e dei funzionari responsabili della sicurezza e dei servizi. A metà gennaio, e per due volte a febbraio, sono state misurate le quantità di vetro che ogni operatore raccoglie nel suo giro, per un campione totale attendibile di 1000 ‘prese’ su 20mila calcolate: la TeAm assicura che il risultato è stato, al massimo e nella media, di 8 chili di peso quale carico nelle braccia di ogni operatore. Si chiama aggiornamento della valutazione del rischio della movimentazione di carico manuale, che hanno evidenziato come sia dunque un falso problema. E lo stesso monitoraggio la stessa azienda ha garantito ai sindacati che verrà ripetuto, come richiesto, anche per i circuiti dell’organico e del secco indifferenziato, frazione quest’ultima in cui il superfluo e l’esubero è maggiormente sentito (come dimostrato anche dal nostro servizio sui controlli e sulle sanzioni delle Gadit sugli errati conferimento). Quanto al sovraccarico dei mezzi, i vertici assicurano che tra i 40-45 mezzi che circolano ogni giorno, soltanto per una decina, i più piccoli, i Porter, registrano un peso maggiore ma soltanto nel primo giro, perché il secondo è più vicino al vuoto. E su questo, aggiungono, si raccomanda a ciascun operatore una gestione migliore e ponderata del carico di raccolta, da distribuire cioè con maggior oculatezza. Motivi di contrasto nascono ancora sulle condizioni dei mezzi: anche su questo aspetto amministratore delegato e presidente ricordano che c’è stata una gara per la manutenzione, che c’è stato risparmio, che quando la ditta non rispetta il contratto riceve contestazione e sanzioni, ma che i sindacati non hanno mai fatto lamentela ufficiale o ai responsabili dei controlli. Sulle esternalizzazioni, infine, dopo gli studi sulla valutazione di una convenienza alla gestione interna, c’è poco spazio per un confronto: numeri alla mano, le buste paga e per un anno il contact center, saranno gestiti all’esterno della Team.
Ma il nodo sul quale la discussione è più forte, è la responsabilità che viene addossata a ciascun operatore nel caso in cui il mezzo venga incidentato. I sindacati non vedono di buon occhio questa novità, ma i vertici aziendali ricordano che deve esistere la responsabilità di ciascuno alla guida, soprattutto quando questo gira dentro una città, tra la gente e che deve rispettare il codice della strada. Ma soprattutto, ognuno del turno precedente e del turno successivo, ha il dovere di controllare lo stato del mezzo e segnalare qualsiasi irregolarità. E’ ovvio che le contestazioni vengono a pesare in termini di contestazioni e richiami con tanto di sanzioni di indennizzo. Oggi, dicono ai piani alti di via Delfico, tutti gridano all’insufficienza del personale, sindacati compresi, al contrario di quando, in tempi non sospetti, questa realtà veniva sottolineata proprio dalla governance e sollevava critiche, perché da sempre la TeAm viene ritenuto un carrozzone di assunzioni spesso inutili. Ma nessuno si illuda che l’introduzione delle isole ecologiche dovrà contemplare anche la valutazione sugli esuberi: perché ogni 5 isole, probabilmente 4 operatori diventerebbero non più necessari. E il progetto ipotizzato dal Comune prevede la sistemazione di 10 isole ecologiche…